Latte, formaggi e latticini aiutano a prevenire la demenza
Un adeguato consumo di latte, formaggi e latticini riduce il rischio generale di sviluppare demenza, in particolare la demenza di Alzheimer, associandosi soprattutto alla possibilità di conservare a lungo una soddisfacente velocità di elaborazione cognitiva delle informazioni.
SOMMARIO USCITA 104:
- Il declino cognitivo in Italia
- Key Messages
La prevenzione e il trattamento del declino cognitivo e, più in generale, delle demenze, incarnano le più efficaci strategie per coniugare longevità e un livello elevato di qualità di vita. La percentuale della popolazione anziana affetta da demenza, unitamente alle necessità di assistenza infermieristica che ne consegue, continua ad aumentare rendendo la prevenzione una questione assolutamente urgente a livello globale. (1,2)
Prevenire efficacemente la demenza implica intervenire preservando quanta più funzione cognitiva possibile, così da rallentare precocemente la progressione di tutti i processi di declino.
Attualmente, si stima che nel mondo oltre 55 milioni di persone convivano con una forma di demenza. I dati del Global Action Plan 2017-2025 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano, nello specifico, come solo nel 2015 la demenza abbia colpito 47 milioni persone in tutto il mondo, una cifra che da recenti stime aumenterà fino a 75 milioni entro il 2030 e 132 milioni entro il 2050. In altre parole, si andranno a diagnosticare circa 10 milioni di nuovi casi ogni anno, 1 ogni 3 secondi. A questo scenario si sommano, poi, aspetti di gestione sanitaria e sociale che impattano con costi stimati ben oltre il trilione di dollari annui. Si tratta, quindi, di una continua sfida per i servizi sanitari nazionali e per tutte le società civili coinvolte.
Il maggior fattore di rischio, associato all’insorgenza delle demenze, appare essere correlato all’età. Si tratta di un aspetto critico soprattutto in una società che invecchia, caratterizzandosi come fenomeno di dimensioni indubbiamente allarmanti.
Il sesso femminile, inoltre, rappresenta un importante fattore di rischio in particolare per l’insorgenza della malattia di Alzheimer, la forma più frequente di tutte le demenze (circa il 60%). La prevalenza della demenza nei paesi industrializzati è circa del 8% tra gli ultrasessantacinquenni, crescendo di una ulteriore quota del 20% al superamento degli ottanta anni. (3)
Il declino cognitivo in Italia
In Italia, secondo le attuali proiezioni demografiche, nel 2051 ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani, il che implicherà necessariamente l’aumento di tutte le malattie croniche legate all’età. Tra queste, ovviamente, rientrano tutte le forme di declino cognitivo.
Attualmente, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre 1 milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza, con conseguenze anche sul piano economico e organizzativo. (4)
Le strategie terapeutiche a disposizione per le demenze sono molteplici, sia di tipo farmacologico che psicosociale, nonché rappresentate dalla gestione integrata per la continuità assistenziale. Tuttavia, in questo setting, l’alimentazione ancora una volta assume un ruolo cruciale soprattutto nel contesto cronico-degenerativo, fornendo e garantendo le adeguate condizioni di apporto di nutrienti necessari per preservare l’integrità del tessuto nervoso centrale, sia ostacolando i processi di invecchiamento fisiologico che contrastando l’azione degli inquinanti ambientali a cui si è sempre più esposti.
Key Messages
Il declino cognitivo è un fenomeno dilagante, una vera epidemia globale.
L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del declino cognitivo.
Il consumo di prodotti lattiero caseari fermentati migliora le funzioni cognitive ed è inversamente associato al declino cognitivo.
Oleamide e Deidroergosterolo, abbondanti nei formaggi a crosta fiorita, sono preziosi nutrienti che sostengono le funzioni cognitive.
A cura della Redazione
1. Grande G, Qiu C, Fratiglioni L. Prevention of dementia in an ageing world: Evidence and biological rationale. Ageing Res. Rev. 2020, 64, 101045.
2. Livingston G, Huntley J, Sommerlad A, et al. Dementia prevention, intervention, and care: 2020 report of the Lancet Commission. Lancet 2020, 396, 413–446
3. Kim H, Osuka Y, Kojima N, et al. Inverse Association between Cheese Consumption and Lower Cognitive Function in Japanese Community-Dwelling Older Adults Based on a Cross-Sectional Study. Nutrients. 2023 Jul 18;15(14):3181. doi: 10.3390/nu15143181.
4. https://www.salute.gov.it/portale/demenze/dettaglioContenutiDemenze.jsp?lingua=italiano&id=2402&area=demenze&menu=vuoto#:~:text=Attualmente%20il%20numero%20totale%20dei,sul%20piano%20economico%20e%20organizzativo.
5. Ozawa M, Ohara T, Ninomiya T, et al. Milk and dairy consumption and risk of dementia in an elderly Japanese population: The Hisayama Study. J. Am. Geriatr. Soc. 2014, 62, 1224–123
6. de Goeij LC, van de Rest O, Feskens EJM, et al. Associations between the Intake of Different Types of Dairy and Cognitive Performance in Dutch Older Adults: The B-PROOF Study. Nutrients 2020, 12, 468.
7. Suzuki T, Kojima N, Osuka Y, et al. The Effects of Mold-Fermented Cheese on Brain-Derived Neurotrophic Factor in Community-Dwelling Older Japanese Women with Mild Cognitive Impairment: A Randomized, Controlled, Crossover Trial. J. Am. Med. Dir. Assoc. 2019, 20, 1509–1514.
8. Huang EJ, Reichardt LF. Neurotrophins: roles in neuronal development and function. Annu Rev Neurosci. 2001;24:677–736. doi: 10.1146/annurev.neuro.24.1.677.
9. Moon SM, Lee SA, Hong JH, et al. Oleamide suppresses inflammatory responses in LPS-induced RAW264.7 murine macrophages and alleviates paw edema in a carrageenan-induced inflammatory rat model. Int. Immunopharmacol. 2018, 56, 179–185
10. Ano Y, Nakayama H. Preventive Effects of Dairy Products on Dementia and the Underlying Mechanisms. Int J Mol Sci. 2018 Jun 30;19(7):1927. doi: 10.3390/ijms19071927
11. Boger DL, Henriksen SJ, Cravatt BF. Oleamide: An endogenous sleep-inducing lipid and prototypical member of a new class of biological signaling molecules. Curr. Pharm. Des. 1998, 4, 303–314.
12. Prospero-Garcia O, Amancio-Belmont O, Becerril Melendez AL, et al. Endocannabinoids and sleep. Neurosci. Biobehav. Rev. 2016, 71, 671–679.
13. Cabral GA, Griffin-Thomas L. Emerging role of the cannabinoid receptor CB2 in immune regulation: Therapeutic prospects for neuroinflammation. Expert Rev. Mol. Med. 2009, 11, e3.
14. Mecha M, Feliu A, Carrillo-Salinas FJ, et al. Endocannabinoids drive the acquisition of an alternative phenotype in microglia. Brain Behave. Immun. 2015,49, 233–245.
15. Sasaki M, Oba C, Nakamura K, et al. Milk-based culture of Penicillium camemberti and its component oleamide affect cognitive function in healthy elderly Japanese individuals: a multi-arm randomized, double-blind, placebo-controlled study. Front Nutr. 2024; 11: 1357920. doi: 10.3389/fnut.2024.1357920