Latte e derivati per la prevenzione di sovrappeso e obesità
In una popolazione che, come quella italiana, consuma pochissimo latte e yogurt, anche un piccolo incremento dei consumi potrebbe comportare un’apprezzabile riduzione di incidenza di malattie croniche e degli altissimi costi sociali e materiali che ne derivano.
SOMMARIO USCITA 100:
- Cambiamenti suggeriti nelle scelte alimentari
- Raccomandazioni per il consumo di latticini
- Conclusioni sul consumo dei latticini nella prevenzione di sovrappeso e obesità
Uno stile di vita non corretto e un’alimentazione squilibrata, insieme alla sedentarietà, sono tra i fattori che determinano un progressivo aumento di eccedenza ponderale (sovrappeso e obesità) che comporta un rischio significativamente aumentato di diverse malattie croniche metaboliche, come l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari (CVD), molti tipi di cancro, diverse malattie muscoloscheletriche (1-3) e anche malattie neurologiche, per le quali è previsto che rappresenteranno una delle emergenze sanitarie del prossimo futuro (4, 5).
Questo, oltre ad avere costi sanitari sempre maggiori, comporta e comporterà oltretutto una diminuzione tra i 6 e i 20 anni dell’aspettativa di vita alla nascita (6, 7).
In Italia, secondo le stime Istat più recenti (8), nel 2021 l’obesità nell’adulto ha raggiunto i livelli più elevati di sempre pari al 12%, con un incremento percentuale di quasi 1 punto rispetto al periodo pre-pandemico (10,9% nel 2019).
Se consideriamo l’eccesso di peso nella sua interezza (sovrappeso più obesità) il dato è impressionante: quasi un adulto su due è in eccedenza ponderale (46,2%). Se non si interviene con strategie efficaci (tra cui i cambiamenti delle scelte alimentari) nel nostro Paese si prevede una prevalenza dell’obesità del 26% con ben 12,6 milioni di individui obesi nel 2025 (9), cioè fra due anni.
Cambiamenti suggeriti nelle scelte alimentari
Tra i cambiamenti suggeriti per la prevenzione dell’eccedenza ponderale e le varie patologie ad essa correlate, quello di adottare un’alimentazione migliore e uno stile di vita più attivo sono universalmente riconosciuti (10).
Tra i più efficaci, economici ed abbordabili dalla maggior parte della popolazione, l’aumento di frequenza di consumo di prodotti lattiero caseari è stato spesso suggerito e oggetto di studi di intervento e osservazionali sia prospettici che di coorte (11-13).
I risultati di questi lavori e le associazioni che ne derivano, sono note da tempo, tuttavia in un certo modo controverse, soprattutto per mancanza di meta-analisi sistematiche quantitative.
Questo vuoto culturale è stato colmato da una recente revisione sistematica della letteratura e meta-analisi (14) con relazioni dose-risposta, che ha analizzato 42 lavori osservazionali sui rapporti tra consumo dei prodotti lattiero-caseari e rischio di tre condizioni/patologie importanti:
- eccedenza ponderale (sovrappeso e obesità);
- ipertensione;
- diabete mellito di tipo 2.
Riassumendo ed anticipando i risultati che verranno dettagliati più sotto, è stata messa in evidenza una associazione lineare con sovrappeso e obesità (Figura 1) per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari nella loro interezza e latte/yogurt come singoli prodotti.
Si vede bene dalla figura con quale rapidità scende la retta all’aumentare del consumo di prodotti lattiero caseari: il rischio diminuisce del 25% per un consumo di 200 g/giorno di prodotti lattiero-caseari, del 7% per i prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grasso e del 12% per quanto riguarda il latte. Il rischio diminuisce inoltre del 13% per ogni 50 g/giorno di yogurt.
Per il rischio di ipertensione (Figura 2) i risultati sono stati simili ma leggermente differenti per alcuni prodotti: per i latticini totali la curva non è lineare, ma rallenta leggermente dopo un inizio più rapido, mentre si evidenzia una diminuzione del rischio del 6% per i latticini a ridotto contenuto di grasso e per il latte.
Per quel che riguarda il rischio di diabete di tipo 2 (Figura 3), tutti i latticini, ad eccezione del latte e dei latticini a basso contenuto di grassi, hanno mostrato associazioni non lineari, con una diminuzione del rischio ogni 200 g/giorno di latticini e 50 g/giorno di yogurt rispettivamente del 3% e del 7%.
Questi risultati danno quindi corpo alle evidenze che provenivano dai precedenti studi e mettono in evidenza che il consumo di latticini conferisce una forte protezione, soprattutto nei confronti dell’eccedenza ponderale, che poi è il fattore scatenante di insulino-resistenza ed altre patologie metaboliche (15) come ipertensione e diabete mellito di tipo 2; i risultati di questa meta-analisi mostrano che la protezione è sostenuta in particolare da latte e yogurt, mentre i latticini a basso contenuto di grassi e latte sono i maggiori responsabili della protezione per ipertensione e lo yogurt per il diabete di tipo 2.
Ad ogni modo, in via generale, la retta di regressione e la dose-risposta è per la maggior parte lineare, con un rischio via via inferiore man mano che aumenta la quantità di consumo.
A cura di: Prof. Andrea Ghiselli, Direttore del Master di I livello in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica Applicata, Unitelma Sapienza, Roma.
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4. Luppino, F.S., et al., Overweight, Obesity, and Depression: A Systematic Review and Meta-analysis of Longitudinal Studies. Archives of General Psychiatry, 2010. 67(3): p. 220-229.
5. O’Brien, P.D., et al., Neurological consequences of obesity. Lancet Neurol, 2017. 16(6): p. 465-477.
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