Le più recenti evidenze indicano come un adeguato consumo di latte e derivati possa avere un ruolo prezioso nelle infezioni respiratorie causate dal ben noto SARS-COV-2.

Gli effetti positivi intervengono sia sull’incidenza delle infezioni che sul quadro clinico che ne deriva.

SOMMARIO USCITA 102:

  • Il ruolo di un adeguato consumo di latte e derivati per ridurre il rischio di ospedalizzazione
  • Lattoferrina e infezioni: quando i nutrienti del latte possono fare la differenza

Sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano come la gravità delle manifestazioni cliniche e il tasso di mortalità di infezioni virali respiratorie, come ad esempio quelle da COVID-19, possano variare in modo rilevante da persona a persona. Questa variabilità dipende senza dubbio dall’integrità del sistema immunitario di ciascun individuo, e può fare la differenza nelle malattie che derivano da tali infezioni. A sua volta, il sistema immunitario viene influenzato da numerosi aspetti che riguardano stili di vita, abitudini alimentari nonché esposizione a stress e ad inquinanti. [1, 2]

La nutrizione, intesa soprattutto in termini di tipologia e qualità degli alimenti, rappresenta probabilmente il fattore che maggiormente può influenzare la reattività e l’efficienza del sistema immunitario. [3-5] Im questo ambito sarà interessante approfondire l’effetto che latte e latticini possono avere nel rafforzare l’immunità dell’organismo, sostenendolo nella prevenzione delle infezioni sia virali che batteriche. [6]

Il latte contiene nutrienti dall’elevatissimo valore biologico, tra cui ad esempio le proteine presenti nei latticini e i peptidi da essi derivati, come la caseina e le proteine del siero di latte, dotate di proprietà antiossidanti, antivirali e antinfiammatorie a livello delle cellule polmonari. [7] A queste si associa l’acido linoleico coniugato, noto anche come CLA, uno degli acidi grassi presenti nei latticini, capace di agire contro i marcatori di infiammazione [8] e contribuendo a regolare il sistema immunitario agendo sul microbiota intestinale. [9] Considerati gli effetti antinfiammatori, antiossidanti e di potenziamento immunitario dei latticini, è lecito attendersi che il consumo di latticini possa ridurre il rischio di infezioni quali, ad esempio, da COVID-19 [10, 11]. In tal senso, una recente revisione narrativa di Gouda et al. ha dimostrato come il consumo di yogurt, grazie ai probiotici e peptidi bioattivi presenti, si sia dimostrato in grado di migliorare decorso e sintomatologia della malattia da COVID-19. [12]

Nel 2022 Darand et al hanno studiato per primi le associazioni tra il consumo di latte e derivati e l’incidenza di COVID-19, esplorando un ampio campione di popolazione adulta, attraverso un’analisi multivariata completa. I risultati hanno indicato come l’assunzione moderata di latticini totali possa ridurre le probabilità di malattia da COVID-19 e di come un maggiore apporto di latticini a basso contenuto di grassi possa avere un ruolo protettivo nei confronti di tale virus. [13]

Dall’accurata analisi dell’associazione tra vari tipi di prodotti lattiero-caseari (sia ad alto che a basso contenuto di grassi) e l’incidenza di COVID-19 è emerso, nel complesso, che un’assunzione moderata di latticini totali potrebbe contribuire a ridurre le probabilità di infezione e malattia da SARS-COV-2. Un maggiore consumo di latticini e latte magro, pertanto, produce un effetto protettivo contro il COVID-19. Inoltre, un maggiore consumo di latticini ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di grassi ha avuto un effetto significativo rispettivamente sull’aumento e sulla diminuzione dell’incidenza di COVID-19, mentre il consumo di yogurt ha aumentato il rischio di COVID-19. [13]

Esistono tuttavia alcune interessanti ipotesi relativamente alle basi della correlazione tra consumo di latticini e COVID-19. Il latte e i latticini sono alimenti ricchi di proteine, zinco, selenio, vitamina A, vitamina D e vitamine del gruppo B, in particolare B12. [14, 15] Il selenio alimentare è importante per la sintesi e funzionamento degli enzimi antiossidanti quali, ad esempio, la glutatione perossidasi e la tiroxina reduttasi, fondamentali per il corretto funzionamento delle cellule immunitarie come i linfociti T e i macrofagi. Gli effetti benefici del selenio, in particolare, sono stati evidenziati quasi esclusivamente per le infezioni da virus RNA. [16]

Lo zinco, a sua volta, è necessario come cofattore critico per molti enzimi e per lo sviluppo e maturazione delle cellule immunitarie. [17] Un apporto sufficiente di zinco da fonti alimentari aiuta quindi a mantenere la salute delle cellule immunitarie riducendo la suscettibilità a varie infezioni incluse le polmoniti, caratterizzanti la malattia da COVID-.19. [18,19]

La vitamina A interviene nella regolazione della differenziazione e dell’attività delle cellule immunitarie come i monociti e le cellule T, mentre la vitamina D agisce a sua volta influenzando la reattività e il trofismo delle difese specifiche e aspecifiche dell’organismo. [20, 21] In tal senso, numerose evidenze scientifiche sostengono l’importanza dell’integrazione alimentare di vitamina D3 per ridurre sia la suscettibilità alle infezioni respiratorie che nel migliorare il recupero da COVID-19, influenze, polmoniti ricorrenti e addirittura nella tubercolosi. [22-24]

L’alimentazione è uno dei principali fattori in grado di influenzare la reattività e l’efficienza del sistema immunitario. [3-5]

Le vitamine B6, B12, A, C e D, unitamente ai minerali contenuti in latte e latticini, contribuiscono a migliorare le risposte immunitarie. Il selenio è capace di ridurre il rischio di infezioni da virus a RNA. [7, 16, 25]

La Lattoferrina è in grado di interferire direttamente con la diffusione dei virus all’interno dell’organismo ospite. La glicoproteina contenuta in latte e derivati vaccini, sebbene presente in quantità minori rispetto al latte materno, è dotata di una attività antivirale più spiccata. [32, 34]

Il consumo adeguato di latte e derivati è stato associato, in una recente analisi, sia con un decorso più favorevole che con la riduzione del rischio di ospedalizzazione in seguito ad infezioni da SARS-COV-2 [26]

Il ruolo di un adeguato consumo di latte e derivati per ridurre il rischio di ospedalizzazione

Nutrienti quali le vitamine B6, B12, A, C e D, unitamente ai minerali precedentemente considerati ovvero zinco e selenio contenuti in latte e latticini, si sono dimostrati preziosi nel contribuire a migliorare le risposte immunitarie, innate e adattative, attraverso la sovraregolazione della differenziazione e della proliferazione delle cellule T e B. Agendo, inoltre, sull’immunità cellulo-mediata favoriscono la produzione e il funzionamento degli anticorpi, contribuendo al mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale delle barriere fisiche, tra cui il rivestimento intestinale e quello delle alte e basse vie respiratorie. [25]

 

Nei confronti della pandemia e del ruolo potenzialmente protettivo derivante dal consumo di latte e latticini è interessante analizzare quanto emerso da uno studio che ha esaminato l’associazione tra il consumo adeguato di questi alimenti, la gravità della malattia da COVID-19 e il relativo rischio di ospedalizzazione. [26]

I ricercatori hanno infatti dimostrato come vi sia una correlazione favorevole tra adeguato consumo di prodotti lattiero-caseari e il rischio di ospedalizzazione da COVID-19. In particolare è emerso che i pazienti ricoverati riferivano di consumare, nella loro dieta abituale, quantità sensibilmente inferiori di latticini rispetto ai pazienti gestiti a livello ambulatoriale. Un  maggiore consumo di latte, yogurt intero e yogurt magro ha, peraltro, evidenziato di correlare con la significativa diminuzione in gravità dei sintomi generali della malattia da COVID-19. [26]

L’associazione tra gruppi alimentari (compresi i latticini) e il rischio di COVID-19 è stata studiata in ulteriori lavori scientifici, tutti giunti alla conclusione di come l’effetto protettivo nei confronti della clinica sfavorevole della infezione da SARS-COV-2 possa dipendere dalle proteine contenute nel latte e suoi derivati. [27, 28]

Alla luce di queste evidenze è quindi chiaro che la nutrizione giochi un ruolo importante nello stato di salute del sistema immunitario e di tutto l’organismo. Seguire una dieta sana ed equilibrata è una delle strategie cruciali per stimolare le fisiologiche difese contro le infezioni virali e ridurre il peso delle malattie infettive, una volta contratte. [29]

È stato dimostrato anche il ruolo cardine del microbiota intestinale nel mantenimento di una sana reattività immunitaria: i probiotici, normalmente presenti ad esempio nello yogurt, sono in grado di intervenire riducendo la gravità delle malattie virali, prevenendo così le infezioni respiratorie. [26]

A sostegno di tale evidenza un recente studio caso-controllo condotto in Iran ha evidenziato come, il consumo di yogurt intero dopo l’attività fisica, sia significativamente associato ad una diminuzione dell’incidenza di COVID-19, che può essere attribuita principalmente alle sue proprietà probiotiche. [30]

A cura della Redazione.

Bibliografia
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