Come ridurre la sovraesposizione al nichel con l’alimentazione
Prediligere alimenti a basso contenuto di nichel, come yogurt e latte, riduce la sovraesposizione da questo metallo.
Cresce l’attenzione da parte della comunità scientifica nei confronti del nichel, un metallo a cui si è sempre più esposti nella vita quotidiana e il più delle volte inconsapevolmente. Basti pensare all’inquinamento ambientale, ma anche al contatto con oggetti di uso comune come utensili e pentole in acciaio inox, sigarette elettroniche, inchiostro da tatuaggi, cosmetici, prodotti per la detersione, piercing, ciondoli e collanine di bigiotteria, detersivi, protesi dentarie. Un elenco piuttosto lungo dunque e che comprende al suo interno anche alcuni alimenti.
La SNAS (Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel) è una condizione sempre più diffusa che colpisce il 20% circa delle italiane e il 2-10% degli italiani. Secondo alcune stime inoltre, in 1 caso su 5, le reazioni allergiche si manifestano non solo quando si entra in contatto con il nichel, ma anche quando questo viene ingerito attraverso il consumo di alcuni alimenti. Può comparire ad ogni età e spesso viene confusa con l’intolleranza al glutine per il manifestarsi di sintomi molto simili tra cui dermatiti, eczema, eritema, prurito, orticaria, attacchi di asma, disordini all’apparato digerente.
Allergia al nichel: come ridurre la sovraesposizione
Come rilevato da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista “PLOSone”, un’eccessiva esposizione al nichel può accompagnarsi a sovrappeso, obesità, alti livelli di infiammazione, in quanto questo metallo tende a depositarsi nei tessuti.
Il nichel viene infatti in parte assorbito dall’intestino e in parte espulso naturalmente tramite feci e urine. Tuttavia, eliminare del tutto il nichel è difficile, poiché è presente in oggetti di uso comune come materiali di confezionamento dei cibi e alcuni alimenti, soprattutto quelli di origine vegetale. Inoltre, potrebbe essere controproducente in quanto partecipa al metabolismo di alcuni ormoni ed è co-fattore per diversi enzimi.
Cosa fare dunque? Per prima cosa, si può evitare (per quanto possibile) una sovraesposizione a questo metallo, riducendo ad esempio il consumo di alimenti che lo contengono. Tra questi figurano noci, legumi, cacao, cioccolato, arachidi, legumi, spinaci, cipolle, funghi, asparagi, broccoli, pomodori, che di frequente vengono cotti e poi conservati in contenitori di metallo. Attenzione anche a un’ingestione di acqua potabile: anche se in quantità minori rispetto agli alimenti che lo contengono, il nichel può essere rilasciato anche da condutture idriche. Oppure, può essere contenuto in acque sotterranee per un suo naturale rilascio da parte di rocce e terreno. L’esposizione al nichel può avvenire anche tramite inalazione di fumo di tabacco (attivo e passivo) o aria contaminata.
Allergia al nichel: gli alimenti “amici”
Se da una parte ci sono cibi con un’elevata presenza di nichel, dall’altra ce ne sono alcuni che ne contengono poco o niente. Secondo uno studio presentato alla Conferenza scientifica internazionale della World Allergy Organization, sono sufficienti 60 giorni per cancellare i sintomi provocati da sovraesposizione al nichel.
Tra gli alimenti “amici” a basso contenuto di nichel ci sono carni rosse, cereali (come riso, grano e mais raffinato), avocado, carote, uova, pesce (ad esempio spigole e trote di acqua dolce), ma anche a latte e yogurt. Il latte è infatti un alimento nobile, completo di principi attivi e che contribuisce alla buona salute dell’organismo. Con un solo bicchiere di latte, una donna ottiene circa il 30% del calcio, il 30% della vitamina B2 e il 12% delle proteine raccomandate in un giorno, mentre un bambino ottiene il 24% del calcio, il 30% della vitamina B2 e il 20% delle proteine necessarie quotidianamente.