Recenti studi scientifici hanno evidenziato una correlazione tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e la prevenzione della Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE), principale causa di perdita della vista negli anziani.

SOMMARIO USCITA 105:

  • La Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE)
  • Visione, Latte e Latticini
  • Latte e derivati: alimenti funzionali protettivi?

Uno studio epidemiologico pubblicato dal British Journal of Nutrition ha consentito di evidenziare come la diminuzione del consumo di latticini, sia a basso che normale contenuto in grassi e Calcio si associ, nell’arco di 15 anni, all’aumento del rischio di sviluppare la forma tardiva di DMLE indipendentemente dalla eventuale presenza di  fattori confondenti come età, familiarità, fumo di sigaretta e abituale consumo di pesce azzurro, alimento notoriamente efficace nel contrastare le malattie degenerative della retina.

I componenti primari della maggior parte dei prodotti lattiero-caseari potrebbero essere, quindi, alla base dell’effetto benefico osservato su condizioni croniche come la DMLE. Si tratta, in particolare, di nutrienti quali appunto il Calcio, la Vitamina D (o Colecalciferolo), il Magnesio, le preziose proteine ​​del latte e un’ampia gamma di acidi grassi caratterizzanti questo alimento. (4)

La vitamina D, in particolare, sta ricevendo un crescente interesse nella letteratura scientifica: sempre più evidenze, infatti, stanno dimostrando come un basso livello di Colecalciferolo possa a tutti gli effetti essere correlabile a sviluppo e progressione di patologie retiniche mentre, per contro, è stato dimostrato come elevati livelli di vitamina D si associno ad una ridotta prevalenza di questa invalidante malattia. Questi aspetti possono, in effetti, essere ricondotti alle proprietà antinfiammatorie, immunomodulanti e anti-angiogeniche di questo importante nutriente (8, 9).

L’associazione tra Vitamina D e DMLE rappresenta un’evidenza relativamente recente. Esistono diversi studi osservazionali che hanno dimostrato una relazione inversa tra i livelli plasmatici di Vitamina D e la forma di DMLE precoce, tardiva (atrofica) e/o neovascolare. In una recente meta-analisi condotta su 11 studi osservazionali, è stato riportato come bassi livelli circolanti di Colecalciferolo (<20 ng/mL) siano significativamente associati alla forma tardiva di DMLE. Un possibile ruolo fisiologico a livello retinico è supportato dall’evidenza di come sia il Recettore per la Vitamina D  -VDR- che gli enzimi coinvolti nel metabolismo della Vitamina D (CYP27B1 e CYP24A1) siano espressi negli strati più profondi della retina: si tratta dell’Epitelio Pigmentato Retinico e della coroide, le strutture colpite direttamente dalla progressione della DMLE. In particolare, le evidenze scientifiche indicano l’esistenza di una correlazione diretta tra l’espressione di VDR, a livello di EPR e coroide, e l’aumentata espressione dei geni coinvolti nelle risposte infiammatorie locali, tipiche della malattia. (10)

In aggiunta la letteratura mostra come le diete ad alto contenuto di Calcio possano sopprimere lo stress ossidativo e lo stato di infiammazione generalizzata, fattori noti per essere in grado di amplificare i processi degenerativi tipici delle maculopatie. (11) In particolare, un team di ricercatori dell’università di Taipei (Taiwan) ha evidenziato come, a tutti gli effetti, gli studi epidemiologici abbiano individuato nella carenza nutrizionale di Calcio un elemento di aumentato rischio di sviluppare DMLE, mentre la presenza di bassi livelli sierici di questo nutriente non abbia, in realtà, significato in questo senso. (12)

Non è, infine, trascurabile il ruolo che i latticini hanno nel contribuire all’apporto di Vitamina B12, (34% e 29% del fabbisogno giornaliero, rispettivamente per donne e uomini). Grazie alla sua capacità di abbassare le concentrazioni sieriche di omocisteina e di invertire la disfunzione endoteliale, entrambe implicate nella patogenesi della DMLE, la vitamina B12 potrebbe effettivamente contribuire alla protezione nei confronti dei processi degenerativi retinici della malattia. (13, 14)

Latte e derivati: alimenti funzionali protettivi?

La scoperta secondo cui il consumo abituale di latticini a basso contenuto di grassi possa, effettivamente, conferire una protezione dal rischio di DMLE nella sua forma tardiva potrebbe avere potenziali implicazioni sulla salute pubblica. Da un punto di vista di strategie terapeutiche, infatti, ad oggi sono stati approvati trattamenti farmacologici per la sola forma di DMLE neo-vascolare, nota anche come forma umida o essudativa. Si tratta però di trattamenti sostanzialmente in grado di stabilizzare la progressione della malattia, fermando pertanto la perdita della vista.

In questo senso, resta imperativo attuare tutte le strategie per identificare e sviluppare potenziali approcci preventivi contro l’insorgenza e lo sviluppo delle maculopatie, con ripercussioni non solo sociali e di Qualità di Vita ma, anche, di natura economica.

Incoraggiando semplici cambiamenti nello stato nutrizionale delle persone a rischio di DMLE, e in particolare introducendo un’adeguata assunzione di latticini nel contesto di una dieta ricca di antiossidanti e correttamente bilanciata, diventa concretamente possibile attendersi un effetto protettivo di ampia portata a vantaggio della vita e della vista di tutti. (13)

 

A cura della Redazione.

Bibliografia
1. Lim LS, Mitchell P, Seddon JM, et al. Age-related macular degeneration. Lancet, 2012. 379, 1728–1738.
2. Louie JC, Flood VM, Rangan AM, et al. Higher regular fat dairy consumption is associated with lower incidence of metabolic syndrome but not type 2 diabetes. Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2013. 23, 816–821.
3. Malik VS, Sun Q, van Dam RM, et al. Adolescent dairy product consumption and risk of type 2 diabetes in middle- aged women. Am J Clin Nutr, 2011. 94, 854 – 861.
4. Lamarche B. Review of the effect of dairy products on non-lipid risk factors for cardiovascular disease. J Am Coll Nutr, 2008. 27, 741S – 746S. 23.
5. van Meijl LE & Mensink RP. Low-fat dairy consump- tion reduces systolic blood pressure, but does not improve other metabolic risk parameters in overweight and obese subjects. Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2011. 21, 355–361.
6. Gibson RA, Makrides M, Smithers LG, et al. The effect of dairy foods on CHD: a systematic review of prospective cohort studies. Br J Nutr, 2009 102, 1267–1275.
7. Zemel MB, Sun X, Sobhani T, Wilson B. Effects of dairy compared with soy on oxidative and inflammatory stress in overweight and obese subjects. Am J Clin Nutr, 2010. 91: 16-22
8. Seddon JM, Reynolds R, Shah HR, et al. Smoking, dietary betaine, methionine, and vitamin D in monozygotic twins with discordant macular degeneration: epigenetic implications. Ophthalmology, 2011. 118, 1386–1394.
9. Schleithoff SS, Zittermann A, Tenderich G, et al. Vitamin D supplementation improves cytokine profiles in patients with congestive heart failure: a double-blind, randomized, placebo-controlled trial. Am J Clin Nutr, 2006. 83, 754 – 759.
10. OAR Anno 2024, Numero 2.
11. Zemel MB & Sun X. Dietary calcium and dairy pro- ducts modulate oxidative and inflammatory stress in mice and humans. J Nutr, 2008. 138, 1047 – 1052.
12. Chen YY and Chen YJ. The Relationship between Dietary Calcium and Age-Related Macular Degeneration. Nutrients 2023, 15, 671. https://doi.org/10.3390/ nu15030671.
13. Gopinath B, Flood VM, Louie JCY, et al. Consumption of dairy products and the 15-year incidence of age-related macular degeneration. British Journal of Nutrition, 2014. 111, 1673–1679 doi:10.1017/S000711451300408X.
14. Rochtchina E, Wang JJ, Flood VM, et al. Elevated serum homocysteine, low serum vitamin B12, folate, and age-related macular degeneration: the Blue Mountains Eye Study. Am J Ophthalmol, 2007. 143, 344–346.