Latte e bevande veg: confronto impossibile
Per alcuni hanno un’immagine salutistica più positiva rispetto al vero latte, ma la scienza conferma che non sono nutrizionalmente paragonabili al latte. E il calcio aggiunto non mostra la stessa biodisponibilità.
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In principio c’era solo il cosiddetto ‘latte di soia’, chiamato impropriamente ‘latte’ perché la legge, per proteggere il consumatore, lo qualificò come bevanda vegetale a base di soia. Era destinata ai vegani, ai soggetti allergici alle proteine del latte e agli intolleranti al lattosio, anche se per questi ultimi esiste da anni il latte delattosato.
La sua formulazione fu studiata in modo da ottenere una composizione in proteine, grassi e zuccheri (circa 30% proteine, 30% grassi e 40% zuccheri) simile al latte intero, il cui equilibrio tra nutrienti è considerato ottimale sotto molti punti di vista. Nel giro di pochi anni, però, gli scaffali si sono affollati di varie tipologie di bevande vegetali (riso, avena, farro, orzo, etc.) che, essendo ottenute da cereali e non da legumi, hanno dato origine a prodotti con ingredienti e valori nutritivi piuttosto eterogenei.
Si tratta di bevande che possono piacere per gusto, certamente, ma davvero possono sostituire il latte? Questa è la domanda cui cercheremo di dare una risposta.
L’importanza di leggere la tabella nutrizionale
In Italia, le bevande vegetali rientrano nelle abitudini di molti consumatori, spesso ignari di acquistare un prodotto lontano dalle caratteristiche nutritive del latte che tali prodotti vorrebbero rimpiazzare. Il settore annovera, tra le novità, le bevande a base di mandorla, cocco e nocciole che – dal punto di vista nutrizionale – si allontanano ancora di più dal latte.
Chi non ha la preparazione per comprendere le informazioni nutrizionali in etichetta e bilanciare l’alimentazione quotidiana, rischia di scegliere prodotti che crede ‘sostitutivi’ ma che in realtà hanno una composizione nutritiva ben lontana dai veri prodotti lattiero caseari. La categoria più a rischio, in questo senso, è quella dei bambini che necessitano, ancor più degli adulti, di un’assunzione completa e regolare di tutti i micronutrienti.
Il latte, un prodotto di origine animale che fa bene alla salute
Tolta la fetta di mercato destinata a chi fa scelte etiche come i vegani o ai soggetti veramente allergici, il successo di queste bevande tra i consumatori “onnivori” è dovuto al crescente favore verso gli alimenti di origine vegetale che, agli occhi di alcuni, godono di un’immagine salutistica più positiva rispetto ai prodotti di origine animale, considerati, indiscriminatamente, dannosi per il cuore e la linea.
Viene da sé, però, che paragonare i valori nutrizionali del latte a quelli di altri prodotti d’origine animale, dal punto di vista scientifico ha davvero poco senso. Il distinguo, quando si parla di latticini, è doveroso: i risultati di meta-analisi di studi osservazionali e randomizzati controllati sul rapporto tra prodotti lattiero caseari e obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, osteoporosi, cancro e per tutte le cause di mortalità presi in esame dalla review pubblicata su “Food & Nutrition Research (9) confermano che l’assunzione di latte e latticini non solo contribuisce alle esigenze nutrizionali, ma può proteggere dalle malattie croniche più diffuse.
Nell’ambito di una dieta equilibrata e sana, inoltre, il consumo regolare di latticini può migliorare diversi biomarcatori infiammatori (5-6) oltre a costituire uno dei punti cardine della salute e della longevità (8).
Autore: SAMANTHA BIALE, nutrizionista e giornalista
Bibliografia
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21) Gui J-C, Brašić J, Liu X-D, Gong G-Y, Zhang G-M, Liu C-J, Gao G-Q (2012) Bone mineral density in postmenopausal Chinese women treated with calcium fortification in soymilk and cow’s milk. Osteoporos Int 23(5):1563–1570
22) Weaver CM, Janle E, Martin B, Browne S, Guiden H, Lachcik P, Lee WH (2009) Dairy versus calcium carbonate in promoting peak bone mass and bone maintenance during subsequent calcium deficiency. J Bone Miner Res 24(8):1411–1419.
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