Stiamo pagando gli effetti del grande carico psicologico che abbiamo dovuto mettere in campo.

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Secondo i dati Nielsen, nel periodo di isolamento sociale gli italiani hanno mangiato tanto, troppo. I carboidrati si sono aggiudicati un posto primario sulle tavole, superando abbondantemente le quantità indicate dalle linee guida. Ansia, paura e stress hanno riacceso il meccanismo psicologico di gratificazione tipico dell’infanzia ovvero la tendenza ad associare cibo ed emozioni.

Trascorrere molto tempo in casa, inoltre, può effettivamente far percepire più fame: l’ipotalamo, stimolato da costanti momenti di stress e nervosismo, è in grado di alterare la percezione di appetito-sazietà, comunicando al sistema nervoso centrale informazioni fuorvianti. Inoltre, non va dimenticato che il cibo – in particolare i carboidrati e gli zuccheri – costituisce il “sedativo” più efficace e immediato grazie all’effetto di stimolazione cerebrale di serotonina.

Morale? Con la complicità del lungo periodo di sedentarietà forzata e del fatto che in molti si sono dilettati ai fornelli, l’eccesso di carboidrati e di calorie si è trasformato in un boomerang, provocando un aumento di peso e una stimolazione eccessiva dell’insulina (dannosa soprattutto per chi abitualmente deve fare i conti con la glicemia alta). Gli attacchi di fame improvvisi hanno aggiunto al danno la beffa, poiché l’eccesso di grasso nell’organismo destabilizza la leptina e l’insulina che, a loro volta, aumentano il senso di fame. In altre parole, più si ingrassa e più si desidera mangiare.

Meno carboidrati e addio cattivo umore e chili di troppo

La fame compulsiva e il crescente bisogno di carboidrati vengono scientificamente definiti “Carb-Craving”. Più questi impulsi sono assecondati, più la situazione peggiora: immediatamente dopo il consumo di cibi zuccherini sopraggiunge un’intensa sensazione di benessere psicofisico che, però, cala rapidamente dopo l’intervento dell’insulina. Da qui il bisogno costante di zuccheri e il circolo vizioso che porta a sviluppare, nel tempo, la resistenza insulinica, l’aumento di peso e i disturbi dell’umore (5).

SOLUZIONE

Per spegnere questi falsi segnali di fame e perdere peso in salute, la prima cosa da fare è ridurre le quantità di zuccheri semplici (ricorrendo, magari, ai dolcificanti) e di carboidrati raffinati, privilegiando i cereali integrali associati ai legumi che, oltre a completare l’assetto proteico, forniscono preziose fibre che abbassano il carico glicemico del pasto e migliorano il senso di sazietà. Molto interessanti, quindi, sono le nuove tipologie di pasta a base di farina di legumi.

Attenzione anche alla moda del ‘senza glutine’: per chi non è celiaco non sono consigliabili i prodotti ‘gluten free’ poiché, privati di questa importante componente proteica, acquisiscono un indice glicemico più elevato. Anche il consumo equilibrato e regolare di latte e latticini, nell’ambito di una dieta equilibrata, permette una migliore gestione dell’appetito, promuovendo una perdita di peso più facile e duratura. Uno studio pubblicato su “Nutrition Research” (10) ha evidenziato che i maggiori consumatori di latticini possono contare su un rischio dimezzato di diventare obesi rispetto a chi ne consuma meno o non li consuma mai.

Particolarmente utili sono yogurt, ricotta, fiocchi di latte e creme spalmabili, caratterizzati da un’elevata quantità di sieroproteine che regalano un veloce senso di sazietà attraverso la stimolazione di CCK, GLP1 GIP, PYY e l’inibizione della GRELINA che, invece, aumenta l’appetito.

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Le sieroproteine del latte, anche in piccole quantità, determinano un picco del CCK – l’ormone della sazietà per eccellenza – che inizia a 15-20 minuti dal pasto e prosegue approssimativamente per un’ora e mezza (6). Le sieroproteine giocano un ruolo significativo anche nella risposta insulinica ai carboidrati: è stato dimostrato che nei soggetti diabetici e in sovrappeso il consumo di siero proteine di latte migliora la risposta insulinica e glicemica ai carboidrati, favorendo un miglior controllo del peso (7).

Le sieroproteine aiutano anche a dimagrire conservando una buona tonicità muscolare perché apportano una maggiore concentrazione di aminoacidi ramificati, soprattutto L-leucina che contribuisce a preservare i muscoli (8) durante la dieta ipocalorica. Una mousse di ricotta con cacao amaro e dolcificante acalorico, per esempio, può aiutare a ingannare il cervello con una gratificazione dolce, senza sollecitare eccessivamente l’insulina. Altrettanto utili sono i formaggi freschi e stagionati che apportano caseina, caratterizzata da lenti tempi di assimilazione (9).

Grazie a questa caratteristica, il formaggio consumato all’interno di un pasto è in grado di modulare meglio la risposta metabolica, assicurando un senso di sazietà prolungato e una minor tendenza a ricercare fuoripasto. Il tutto, ovviamente, nel rispetto delle porzioni consigliate: 100 grammi se si tratta di formaggi freschi e di 50 grammi se stagionati. Entrambi da consumare con un’abbondante porzione di verdure, fonte preziosa di fibre utili per aumentare il senso di sazietà. A questo proposito è bene ricordare che una ricca spolverata di formaggio è in grado di abbassare l’indice glicemico di un semplice piatto di pasta al pomodoro, rendendolo un perfetto piatto “unico”.  

Indicazione fondamentale è anche quella di non abolire i grassi! L’eliminazione drastica dei grassi e dei cibi naturalmente ricchi di grassi come i formaggi, ai fini del dimagrimento, è un dettame nutrizionale obsoleto e superato dalle moderne evidenze scientifiche che, invece, individuano nell’indice glicemico l’elemento fondamentale per la perdita di peso e la salute. Per esempio, una ricca insalata, condita con extravergine, ha un miglior potere saziante e ‘funzionale’ in termini metabolici, rispetto alla stessa porzione scondita.

Il ruolo fondamentale della giusta quantità di grassi nell’alimentazione è stato confermato da vari studi tra cui una ricerca pubblicata sugli “Annals of Internal Medicine”: abolire o ridurre drasticamente i grassi a favore dei carboidrati non comporta alcun beneficio per la linea, ma anzi favorisce il pericoloso effetto yo-yo che porta a riprendere in fretta i chili persi con la dieta.  

Autore: SAMANTHA BIALE, nutrizionista e giornalista

 

Bibliografia

1) Samantha K Brooks, Rebecca K Webster et Al. – The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence – The Lancet, Volume 395, ISSUE 10227, P912-920, March 14, 2020

2) Sandro Galea, Raina M. Merchant, Nicole Lurie – The Mental Health Consequences of COVID-19 and Physical DistancingThe Need for Prevention and Early Intervention – JAMA Intern Med. Published online April 10, 2020. doi:10.1001/jamainternmed.2020.1562

3) Neria Y., Nandi  A., Galea  S. – Post-traumatic stress disorder following disasters: a systematic review –  Psychol Med. 2008;38(4):467-480. 

Tracy M., Norris  FH., Galea  S. – Differences in the determinants of posttraumatic stress disorder and depression after a mass traumatic event.- Depress Anxiety. 2011;28(8):666-675.

Galea S., Ahern  J. , Resnick H. et al.  Psychological sequelae of the September 11 terrorist attacks in New York City –  N Engl J Med. 2002;346(13):982-987.

Lee AM, Wong  JG, McAlonan GM. et al.  Stress and psychological distress among SARS survivors 1 year after the outbreak.- Can J Psychiatry. 2007;52(4):233-240.

Mental Health UK. Managing your mental health during the coronavirus outbreak. https://mentalhealth-uk.org/help-and-information/covid-19-and-your-mental-health/.

4) Merchant RM, Lurie N. – Social media and emergency preparedness in response to novel coronavirus. – JAMA. Published online March 23, 2020.

Jin K-X. Keeping people safe and informed about the coronavirus. Facebook Newsroom website. Updated March 18, 2020. Accessed March 19, 2020. https://about.fb.com/news/2020/03/coronavirus

Josephson A., Lambe E. Brand communications in time of crisis. Twitter Blog website. Published March 11, 2020. Accessed March 16, 2020. https://blog.twitter.com/en_us/topics/company/2020/Brand-communications-in-time-of-crisis.html

5) Markku Timonen, Mauri Laakso, Jari Jokelainen, Ulla Rajala, V. Benno Meyer-Rochow, Sirkka Keinänen-Kiukaanniemi – Insulin resistance and depression: a cross sectional study – BMJ, Jan 2005; 330:17-18.

6) Hall WL, Millward DJ, Long SJ, Morgan LM. – Casein and whey exert different effects on plasma amino acid profiles, gastrointestinal hormone secretion and appetite – Br J Nutr 2003; 89:239–248

7) SG Sukkar , A Vaccaro, GBRavera ,C Borrini , R Gradaschi , A Massa Sacchi-Nemours, R Cordera , G Andraghetti  – Appetite control and gastrointestinal hormonal behavior (CCK, GLP-1, PYY 1–36) following low doses of a whey protein-rich nutraceutic – J Nutr Metab 2013; 6:259–266

8) Frestedt JL, Zenk JL, Kuskowski MA, et al. – A whey-protein supplement increases fat loss and spares lean muscle in obese subjects: a randomized human clinical study – Nutr Metab (Lond). 2008;  5: 1–7.

9) Boirie Y, Dangin M, Gachon P, Vasson MP, Maubois JL, Beaufrere B. – Slow and fast dietary proteins differently modulate postprandial protein accretion – Proc Natl Acad Sci USA 94:14930 – 14935, 1997.

10) Crichton GE, Alkerwi A. – Whole-fat dairy food intake is inversely associated with obesity prevalence: findings from the Observation of Cardiovascular Risk Factors in Luxembourg study – Nutrition Research 2014 Nov;34(11):936-43.

11) G Clarke, S Grenham et Al.- The microbiome-gut-brain axis during early life regulates the hippocampal serotonergic system in a sex-dependent manner – Molecular Psychiatry 18: 666-673; advance online publication, June 12, 2012

Emmanuel Denou, Josh Collins et al – The Intestinal Microbiota Affect Central Levels of Brain-Derived Neurotropic Factor and Behavior in Mice – Gastroenterology 2011 Volume 141, Issue 2, Pages 599–609.e3

12) Griffin NW,., Ahern PP et Al. – Prior Dietary Practices and Connections to a Human Gut Microbial Metacommunity Alter Responses to Diet Interventions – Cell Host Microbe. 2017 Jan 11;21(1):84-96. Epub 2016 Dec 29.

Na Fei and Liping Zhao – An opportunistic pathogen isolated from the gut of an obese human causes obesity in germfree mice -The ISME Journal (2013) 7, 880–884; published online 13 December 2012

13) Leproult R, Van Cauter E – Role of sleep and sleep loss in hormonal release and metabolism. Endocr Dev 2010;17:11-21. Epub 2009 Nov 24.

14) Shahrad Taheri, Ling Lin, Diane Austin, Terry Young, Emmanuel Mignot – Short Sleep Duration Is Associated with Reduced Leptin, Elevated Ghrelin, and Increased Body Mass Index – December 7, 2004 – http://dx.doi.org/10.1371/journal.pmed.0010062

15) R. Dalle Grave – Coronavirus Disease 2019 and Eating Disorders – What do people with eating disorders have to address during the pandemic? – Psychology Today

16) G Clarke, S Grenham et Al.- The microbiome gut brain axis during early life regulates the hippocampal serotonergic system in a sex-dependent manner – Molecular Psychiatry 18: 666-673; advance online publication, June 12, 2012

17) Emmanuel Denou, Josh Collins et Al.- The Intestinal Microbiota Affect Central Levels of Brain-Derived Neurotropic Factor and Behavior in Mice – Gastroenterology 2011 Volume 141, Issue 2, Pages 599–609.e3 –

A Venket Rao, Alison C Bestedet Al.- A randomized, double-blind, placebo-controlled pilot study of a probiotic in emotional symptoms of chronic fatigue syndrome – Gut Pathogens2009, 1:6

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