Il lattosio è uno zucchero come gli altri?
Il lattosio è uno zucchero semplice, che però non si comporta come tutti gli altri. Ecco gli effetti benefici che può apportare all’organismo.
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Il ruolo nutritivo del lattosio nella dieta dell’uomo è stato sempre sottovalutato e spesso frainteso, poiché ci si è soffermati all’approfondimento e alla comprensione solo dell’aspetto “problematico” (che poi problematico non è), piuttosto che del ruolo alimentare.
Nell’alimentazione moderna il lattosio ovviamente ha perso il ruolo come fonte di energia, ma rimangono altre funzioni, tra le quali quella di aiuto per l’aumento dell’assorbimento del calcio, degli effetti di derivati che hanno dimostrato una serie di effetti fisiologici tra cui la promozione dei bifidobatteri nell’intestino, del basso indice glicemico e via dicendo, che passeremo brevemente in rassegna.
Il lattosio è uno zucchero: come si comporta?
Il lattosio appartiene alla categoria degli zuccheri semplici, componenti della dieta per la quale ci sono ormai ampie evidenze che li legano a maggior rischio per malattie croniche come aterosclerosi, diabete, ipertensione e alcuni tipi di cancro, oltre che a eccedenza ponderale e carie dentale.
Tuttavia non tutti gli zuccheri semplici sono uguali e il lattosio si comporta in maniera nettamente differente dagli altri zuccheri semplici (vedi Figura 1).
Ha un basso potere dolcificante e la dolcezza percepita rispetto al saccarosio (vedi Tabella 1) varia dal 16% al 40% (a seconda della concentrazione, del pH, della temperatura e di altri componenti alimentari presenti), con una media generalmente accettata del 30%. Il consumo di saccarosio e di glucosio innesca nel cervello degli animali (mammiferi inclusi) un segnale di ricompensa mediato dalla dopamina, che indebolisce il segnale di sazietà, alterando l’elaborazione centrale dei segnali sensoriali e rinforza il comportamento di consumo (16), vale a dire stimola a consumarne di più ed è uno dei meccanismi ai quali si attribuisce maggiore responsabilità nel rischio di eccedenza ponderale.
Al contrario del saccarosio e di altri zuccheri, il lattosio (forse anche per la minore dolcezza) non è in grado di indurre il rilascio di mediatori come endorfine o dopamina e quindi è privo di effetti di ricompensa (17) dimostrando una risposta fisiologica nettamente differente da altri zuccheri.
Carie dentale
È stato ripetutamente dimostrato che gli alimenti dolci, in particolare il saccarosio, mettono a rischio la salute orale aumentando il rischio di differenti patologie tra le quali emerge la carie dentale (18). I meccanismi attraverso i quali si manifesta sono differenti e includono l’abbassamento del pH dovuto alla fermentazione orale degli zuccheri, demineralizzazione, formazione di placca batterica ed erosione dello smalto.
Il lattosio è in grado di essere fermentato nel cavo orale, ma non in grado di indurre la formazione di placca con un effetto cariogeno pari alla metà di quella riconosciuta per gli zuccheri classici, come glucosio e saccarosio (19). Tuttavia, questi valori sono stati determinati spennellando i denti degli animali da esperimento con soluzioni dei diversi zuccheri, ma il lattosio, per via del suo scarso potere dolcificante che abbiamo descritto sopra, non viene usato come dolcificante ma si trova solamente nella matrice alimentare, vale a dire nel latte. Nel latte sono presenti altri nutrienti come calcio, fosforo e proteine che esercitano invece effetto protettivo (20). per cui il consumo di latte non è cariogeno e anzi può essere un elemento protettivo (21).
In Tabella 1 il potere cariogeno di diversi zuccheri.
- Leggi l’approfondimento sui benefici dei latticini per la salute del cavo orale
Indice glicemico e implicazioni metaboliche
L’indice glicemico è un parametro che indica la velocità con la quale i carboidrati presenti in una determinata matrice alimentare vengono digeriti e quindi assorbiti, determinando il picco della glicemia in maniera più o meno veloce. È un parametro importante perché ci sono ampie evidenze che una dieta con un elevato indice glicemico sia associata ad un maggiore rischio di malattie croniche come quelle cardiovascolari, diabete, cancro (22). In Tabella 1 sono elencati gli indici glicemici di diversi zuccheri.
Il lattosio, oltre ad essere meno dolce del saccarosio ha un indice glicemico inferiore e rientra nella categoria di composti “a basso indice glicemico”. Molti studi hanno dimostrato che le diete a basso indice glicemico possono contribuire alla perdita di peso, alla riduzione dei livelli di glucosio nel sangue e ridurre i rischi di malattie cardiache e diabete di tipo 2. I potenziali meccanismi per la riduzione del rischio diabete di tipo 2 includono l’evidenza che le diete a basso indice glicemico migliorano la sensibilità all’insulina e la funzione delle cellule β sia nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 che nelle persone a rischio di diabete di tipo 2 (22, 23).
È stato ipotizzato, almeno nell’animale, che il galattosio possa stimolare una maggiore sensibilità all’insulina rispetto al glucosio e al fruttosio a causa della sua minore lipogenicità e propensione a essere immagazzinato come glicogeno (24).
Assorbimento dei minerali
Latte e latticini sono un’importante fonte per il fabbisogno giornaliero di calcio (sia per l’elevato contenuto che per la grande biodisponibilità) che altrimenti sarebbe difficile da soddisfare. La contemporanea presenza di lattosio aumenta oltretutto l’assorbimento del calcio, anche se non è ben definito il meccanismo attraverso il quale avviene, ma l’effetto è ben chiaro soprattutto nelle persone con bassa attività della lattasi. Negli individui con alta attività lattasica la presenza di lattosio infatti aumenta l’assorbimento del calcio, ma in misura leggermente minore che negli individui con lattasi non persistente (25).
Pur permanendo qualche dubbio, si ritiene che il meccanismo mediante il quale il lattosio potrebbe aumentare l’assorbimento del calcio sia attraverso la via paracellulare, con meccanismo indipendente dalla vitamina D e potrebbe dipendere dall’abbassamento del pH del colon dovuto a maggiore produzione indotta dal lattosio di acidi grassi a catena corta come risultato della fermentazione da parte dei batteri intestinali. Sebbene solo il 10% circa del calcio sia normalmente assorbito nel colon, si ritiene che questo meccanismo contribuisca a un’ulteriore biodisponibilità del calcio e quindi, a sua volta, allo stato di nutrizione del calcio (26).
Autore: PROF. ANDREA GHISELLI, Medico Internista, Presidente SISA – Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione
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Il lattosio è uno zucchero molto diverso dagli altri: ha un indice glicemico basso, non è cariogeno, non induce reazione di
ricompensa, migliora l’assorbimento intestinale del calcio. E, soprattutto, svolge un’azione bifidogenica, migliorando il
microbiota intestinale soprattutto nei soggetti con ridotta capacità di digerirlo.